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Nell'aderire con interesse scientifico ai principi della Convenzione di Faro e grazie all'azione dei facilitatori Faro Convention Citizens of Europe, una rete di istituti alberghieri operante nella Regione Sicilia, ha deciso di unirsi al progetto per rinsaldare quella tradizione che illumina di gloria la contemporanea gastronomia siciliana attraverso la creazione della comunità patrimoniale che in questo obiettivo racchiude e mette in relazione tutta l'isola con la storia di tutta Europa testimoniando il territorio isolano ricco di lasciti dovuti ai popoli che qui hanno trovato risorse e ricchezze in abbondanza. Fare rete, sentendo la consapevolezza della identità di una tradizione ereditata dai padri fondatori, significa trasmettere ai giovani delle nostre scuole delle coordinate culturali importanti da cui partire per elaborare una professione che possa offrire un solido futuro. E' questa la mission che perseguiamo con la creazione della Comunità Patrimoniale Faro Cucina Siculo-Mediterranea, anche nel rispetto di un rapporto di collaborazione che essendo già in atto, pone le giuste basi per avviare una serie di incontri che rinsaldano la Comunità e fanno crescere quella sana competizione che è alla base di uno sviluppo per valorizzare e tutelare la millenaria tradizione culinaria siciliana. Nell'impegno di incrementare un'abilità didattico-formativa ad ampio raggio, il traguardo proprio di questa mission è anche lo sviluppo di adeguate competenze storiche, culturali, digitali, che si porteranno avanti in concomitanza del progetto di Comunità che non lasci indietro nessun plesso scolastico, favorendo in tal modo lo sviluppo delle prestazioni degli allievi. Sia il settore della “Cucina” che quello della “Accoglienza turistica” saranno chiamati in causa per operare una nuova sinergia e collaborazione che includa una work experience che faciliti l'inserimento nel mondo del lavoro accrescendo nei giovani studenti la partecipazione attiva che li carichi di entusiasmo per la tutela e la valorizzazione del territorio siciliano. Inoltre questa co-creation produrrà ulteriori stimoli tra i gruppi producendo un potenziale creativo di stimolo nella produzione di contenuti. E' proprio la specificità delle competenze che contribuisce all'incremento dell'impegno per un raggiungimento ottimale dei risultati.
La rete dei Musei di Comunità raccoglie le comunità patrimoniali della piattaforma dedicate a valorizzare le proprie collezioni assieme alla comunità che le ospita, alla luce della Convenzione ma anche della nuova definizione di museo data da ICOM, International Council of Museums.
“Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società. (…) Opera e comunica eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”
Qui parliamo della comunità patrimoniale del Palladio Museum. È il museo del Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio, allestito nel suo palazzo più bello. Racconta la storia straordinaria di un ragazzo di umili origini che da scalpellino diventa il più famoso architetto del mondo. Con una convinzione: la capacità dell’architettura di migliorare il mondo intorno a sé.
“La rete Faro Fuochi Rituali si occupa di attività ancestrali legate ai riti del fuoco a partire da quelli del Molise, regione che ospita quelli più grandi al mondo!
Anticamente rappresentavano la contrapposizione della luce rispetto al buio, spesso celebrati tra l’inverno e la primavera.
Con l’adesione al progetto dell’OML denominato ‘MANGIA FUOCO’, ideato e pensato dopo gli incendi che di recente hanno devastato soprattutto il basso Molise, si è pensato di avviare un processo ‘culturale’ sull’elemento fuoco, trattandolo per la prima volta a 360 gradi! Dunque anche una strategia di governo delle foreste e di riduzione del rischio di incendi, oggi capace di ispirare nuovi modelli di sostenibilità dove le comunità locali si attivano per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.”
Nel tardo pomeriggio del 24 dicembre sulle finestre delle abitazioni del paese vengono accesi dei piccoli lumi (quindi dei piccoli fuochi, a simboleggiare come tutta la popolazione si sta preparando alla nascita di Cristo. Per l’occasione vengono condotte in processione delle gigantesche “torce” chiamate “‘ndocce“
(nota del curatore:
La rete Faro Fuochi Rituali si occupa di attività ancestrali legate ai riti del fuoco diffusi in tutta Italia. Anticamente rappresentavano la contrapposizione della luce rispetto al buio, spesso celebrati tra l’inverno e la primavera.
La rete è ideata e pensata dopo gli incendi che di recente hanno devastato aree boschive in Italia e nel mondo, si è pensato di avviare un processo culturale sull’elemento fuoco, trattandolo a 360 gradi! Dunque anche una strategia di governo delle foreste e di riduzione del rischio di incendi, oggi capace di ispirare nuovi modelli di sostenibilità dove le comunità locali si attivano per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Qui parliamo della Comunità Patrimoniale delle n’docce di Pietracupa promossa dall’associazione ‘Borgo inaspettato’ attraverso il progetto dell’OML ‘Mangia Fuoco.’
La valle è circondata da borghi storici originati intorno all’anno mille da una comunità che viveva ed operava nella vallata, e che da sempre ha interagito edificando le Pievi nel fondovalle, condividendo norme statutarie nei primi secoli del secondo millennio, utilizzando “in comune” ampie porzioni di aree boscate.
La coesione della comunità si è recentemente manifestata in occasione di una “minaccia” ambientale che incombe sulla vallata ove sorgeva l’antica Pieve di Borgo Cervino (distrutta all’epoca dell’edificazione della attuale Parrocchia di Mombaruzzo Stazione) e non ancora completamente scongiurata; nell’area sorge anche una delle più antiche cantine sociali, fondata alla fine dell’800, la Cantina “Tre Secoli”.
In contrapposizione allo sviluppo post-industriale la Comunità promuove iniziative di valorizzazione del territorio come ad esempio quella dell’Azienda Pico Maccario che ha posto a delimitare i vigneti aziendali a corpo unico, più di cinquemila piante di rosa e mille pali matita colorati apportano gioia e colore, oppure quella delle donne di Maranzana che hanno creato l’itinerario del “Paese dei Babaci”.