Nome della comunità patrimoniale: Le Farchie di Fara Filiorum Petri
Proponente / Coordinatore: Abruzzo Avventure
Tipologia: Associazione
Mission:
La rete Faro Fuochi Rituali si occupa di attività ancestrali legate al fuoco che anticamente rappresentava la contrapposizione della luce rispetto al buio, spesso celebrati tra l’inverno e la primavera. rappresenta anche una strategia di governo delle foreste e di riduzione del rischio di incendi, e oggi ispira nuovi modelli di sostenibilità dove le comunità locali si attivano per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Tra tutti i fuochi per Sant’Antonio abate, le Farchie di Fara Filiorum Petri si sono conquistate una notorietà che supera i confini regionali e nazionali, grazie, soprattutto, alla spettacolarità dell’evento. La festa oltretutto vanta una vasta letteratura anche iconografica, tanto che appare superfluo darne, se non per sommi capi, una descrizione. quello che più interessa è il fatto che l’accensione sullo spiazzo antistante la chiesa di Sant’Antonio delle monumentali Farchie (una per ogni contrada del paese) costituisce l’atto finale di un impegno che dura quasi un anno durante il quale riesce a coinvolgere l’intero paese.
Indirizzo: Via Roma, 36 Fara Filiorum Petri Abruzzo 66016 Italia
Nome del patrimonio di riferimento: Patrimonio Immateriale delle Farchie di Fara Filiorum Petri e del miracolo di Sant'Antonio Abate
Superficie lotto: 200
Proprietà: Comune di Fara Filiorum Petri
Importanza:
La rifondazione cultuale che lega la tradizione all’assedio che le truppe napoleoniche avrebbero posto intorno al paese nel gennaio del 1799, e la leggenda del miracolo delle querce ardenti a contrada La Selva che li avrebbero fatto desistere, potrebbe fornire una spiegazione in merito. L’episodio, a dire il vero, come risulta da alcuni documenti, si svolse in un tutt’altro modo e rientra nella guerriglia messa in atto dalle truppe sanfediste in tutto il meridione contro l’invasione francese e la discesa di questo esercito verso Napoli. A Fara Filiorum Petri, la massa capeggiata da D. Giuseppe Francione, detto il “Sergente”, che si era posto alle dipendenze di Pronio (famoso brigante), avrebbe ucciso un intero picchetto invasore, suscitando la ritorsione del generale Louis François Coutard, di stanza a Chieti, che minacciò di mettere a ferro e fuoco il paese, pericolo scampato solo per i buoni uffici del Cavalier Don Pietro de Sterlich e trasformato nel pagamento di una forte ammenda pecuniaria a suffragio delle vedove dei militari uccisi. L’immaginario popolare trasformò l’accaduto in un intervento soprannaturale del Santo Patrono nell’incendio delle querce divenute colonne ardenti.
Criticità:
La criticità e la potenzialità hanno un comune denominatore: la grande notorietà ed affluenza di pubblico che devono trovare un punto di messa a terra per favorire una continuità, un'onda lunga dei flussi turistici legati all'autenticità dell'identità delle aree interne leva per la valorizzazione delle tipicità dei territori.