Mission: La rete Faro Fuochi Rituali si occupa di attività ancestrali legate al fuoco che anticamente rappresentava la contrapposizione della luce rispetto al buio, spesso celebrati tra l’inverno e la primavera. Oggi rappresenta anche una strategia di governo delle foreste e di riduzione del rischio di incendi, e ispira nuovi modelli di sostenibilità dove le comunità locali si attivano per contrastare gli effetti del cambiamento climatico
Qui trattiamo della Comunità Patrimoniale di Colletorto (CB).
I valori della cultura immateriale nel Molise attraverso i culti del fuoco sono ancora molto vivi. Quello di Colletorto si tiene ogni anno il 17 di gennaio.
Tutta la comunità partecipa prima alla raccolta della legna e poi all’accensione delle cataste di legna che vengono dislocate tra monumenti e siti storici del piccolo centro molisano.
Simbolo di un’interpretazione favorevole dell’anno che verrà, un anno che intende annunciarsi propizio con abbondanza nei raccolti e benessere per i residenti ma allo stesso tempo forma di socializzazione comunitaria.
All’inizio i fuochi erano 3 e tale numero rispecchiava il numero delle chiese all’interno dell’abitato ma non si tratta solo di questo naturalmente! 3 è il numero perfetto e le cataste rispecchiano la figura di un ‘triangolo’, forma conica che anima il lavoro dei gruppi sociali spontanei.
All’accensione dei fuochi fa seguito la benedizione del parroco. E le ‘scintille’ prima e le braci dopo trasformano gli abitanti in novelli ‘aruspici!’
Da ultimo, non certo per importanza, la presenza del maialino di Sant’Antonio Abate al quale un tempo venivano tagliate le orecchie – per non confonderlo con i maiali dei privati – e veniva alimentato per tutto l’anno dall’intera comunità prima di essere sacrificato al santo?
Non mancano detti e modi di dire in vernacolo colletortese quali: “salto del fuoco”. “U bball’ cu copp’ ‘ngule” unitamente a canti e danze popolari…