Con le grandi espansioni demografiche del secolo passato, emersero le periferie urbane in tutte le città italiane. Da nord a sud Italia fu un proliferare di ghetti in un paese incapace di governare i territori. Già all’indomani della seconda guerra mondiale le popolazioni rurali si spostarono verso le grandi metropoli nell’intento di migliorare la propria condizione sociale. Questa espansione nel sud favorì l’emigrazione verso città del nord, più ricche e dove si concentrava una maggiore offerta di lavoro manuale salariato con relativa crescita a dismisura della domanda residenziale. Da questo momento la richiesta di alloggi si fa pressante ed il settore edilizio trova terreno fertile per affari speculativi dove a pagare è sempre la povera gente.
Attualmente il 34% della popolazione delle grandi città vive in quartieri con alto potenziale di marginalità economica e sociale. Tale condizione non riguarda solo quei quartieri nati negli anni 50 del dopoguerra ma anche quelli più recenti come Librino alle porte di Catania, il più nuovo e popoloso.
Nato a seguito del Piano Regolatore Generale adottato nel 1964, alla periferia sud della città, Librino, nelle intenzioni dell’architetto Kengo Tange, si sviluppava rispettando l’orografia del territorio e modulando un sistema di strade ad anelli attorno ai nuclei residenziali. Il tutto alternato a porzioni di verde tra attrezzature pubbliche come Centri, Servizi, Università e varie attività ricettive. Ma questo progetto non divenne mai esecutivo! L’area fu oggetto, invece, di una selvaggia edificazione abusiva che ne deturpa la configurazione urbana creando quello che il filosofo Marc Augè definisce come “Nonluoghi”: ovvero spazi privi d’identità, di storia e di relazioni.
Ma in un luogo così estraniante e alienante il valore dov’è? E che parte detiene il valore, se c’è, nell’individuo?
Il filosofo e sociologo Edgar Morin (Presidente dell’Agenzia europea per la Cultura UNESCO), è tra gli intellettuali quello che, più di altri, ha scritto sui temi della comunicazione e dell’educazione del pensiero. E a proposito di legame tra gli uomini e l’ambiente, Morin chiama “comunità di destino” un senso di appartenenza che lega gli uomini e la terra (ciò che lui chiama patria): “impariamo a sentirci parte di un gruppo, non sentiamoci isole in oceani desolati”.
Perché tutto questo possa realizzarsi e non restare pura utopia occorre un “sognatore”, un uomo che si dia una missione speciale, quello che nell’innocenza della fanciullezza chiameremmo un “Superman”, un eroe d’altri tempi.
Così, quasi venuto fuori da un cilindro ecco Antonio Presti. Inizia dal 1999 a occuparsi di Librino e di una città-satellite di soli 70.000 abitanti. Artista e mecenate, coltiva arte e bellezza, ma non la tiene per se, anzi la condivide interamente senza nulla chiedere in cambio se non la stessa condivisione di arte. Sfodera, uno dietro l’altro, una quantità di progetti coinvolgendo 10.000 ragazzi e le famiglie in una contaminazione di alto valore formativo. La grande operazione artistica realizzata a Fiumara d’Arte che lo ha visto protagonista di un intervento di land art di grande respiro, coinvolgendo artisti di fama internazionale, viene riproposta come motore di crescita e strumento per elevare la qualità della vita a Librino.
Se per esprimere il concetto di Patrimonio Culturale occorre, innanzitutto, avere il patrimonio culturale tangibile e/o intangibile da tutelare, proteggere, valorizzare, Antonio Presti ha fatto molto di più: ha considerato patrimonio culturale tutti gli abitanti di Librino e vi ha dato valore.
Se consideriamo la “nuova” nozione di patrimonio culturale che viene definita dalla Convenzione quadro per il valore dell’eredità culturale per la società, in cui l’enfasi è posta non già sull’oggetto da tutelare bensì sui soggetti collettivi, ci accostiamo al vero problema che la comunità di Librino ha affrontato: l’assenza del patrimonio da tutelare.
Antonio Presti ha compreso che sono le persone che devono essere valorizzate: loro, i ragazzi, gli uomini e le donne di Librino e con una operazione di maieutica ha saputo estrarre i valori da quella umanità disorientata da un “nonluogo”.
“Fare esprimere la bellezza interiore” è stata la chiave che ha permesso di ridare identità lì dove non poteva esserci e a chi non poteva averne. Nel 2009 si compie quel miracolo grazie ad Antonio Presti: si chiama la Porta della Bellezza. Un lavoro durato 10 anni che l’artista e mecenate, presidente della Fondazione Fiumara d’arte, inaugura con i 100.000 abitanti di Librino, dando così inizio all’ambizioso progetto “TerzOcchio Meridiani di Luce”.
Una Comunità Patrimoniale questa di Faro Librino (come vogliamo chiamarla) che sposa pienamente i principi e gli obiettivi della Convenzione di Faro: una Comunità che riconosce nel proprio patrimonio il valore identitario e intende trasmetterlo alle generazioni future. Un patrimonio che mancava, realizzato attraverso il fare arte, trasmettendo la conoscenza artigianale e artistica della ceramica: non una opera storicizzata nel suo valore storico e artistico riconosciuto e nella quale gli uomini ritrovano il loro valore, ma un fare arte tra la comunità e in quell’operato sviluppare know-how, saperi e competenze utili e trasmissibili a tutti addizionando valore etico-culturale al fare artistico e, come se non bastasse spendibile per il loro stesso futuro.
Abilità di sviluppo di risorse umane per trasmettere il senso della Bellezza artistica e spirituale con il coinvolgimento non solo di artisti acclamati dal panorama di arte contemporanea, ma giovani studenti di 10 scuole elementari e medie con il coinvolgimento degli oratori del quartiere e delle famiglie tutte. Le scuole coinvolte non appartengono solamente a questo quartiere di Librino od a questa città di Catania ma provengono da tutta la Regione dato che Antonio Presti ha coinvolto anche artisti italiani e stranieri, licei artistici e Accademie di Belle Arti in tutta la Sicilia.
Una trasmissione di saperi fa di questo un esempio unico al mondo, capace di fare da cassa di risonanza ad altre iniziative in altri luoghi disagiati. Il progetto prevede la realizzazione di un Museo d’Arte Contemporanea Diffuso per cui si espanderà ancora invadendo le strade e i prospetti degli edifici, dando vita e speranza dove prima regnava il vuoto e le strade polverose erano luogo di spaccio e di malavita.
La Convenzione di Faro ha il grande merito di avere spostato il focus dal patrimonio come “valore in sé” al patrimonio come “valore relazionale” ovvero il valore che le persone e il territorio gli attribuisce. Da questo assunto deriva l’importanza della Comunità Patrimoniale e di questa Comunità Patrimoniale che ha saputo creare non solo un Patrimonio tangibile dal nulla, fatto di opere d’arte ma anche, e qui è il grande valore aggiunto, un Patrimonio Intangibile costituito da quel know how trasmesso ai bambini e ai giovani svantaggiati, aumentando così il valore di una identità territoriale che è beneficio e arricchimento per la società.
Questo ci consente di tornare ad un grande precedente: la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo del 1948 che riconosce il diritto a fruire della vita culturale della comunità, di “godere delle arti e partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici” (art 27).
A questa Comunità Patrimoniale va il merito di avere messo a punto i corretti strumenti per affermare con chiarezza l’istituto della democrazia capace di valorizzare la dimensione eco-territoriale del luogo.
La Porta della Bellezza di cui la prima parte dedicata alle Grandi Madri rappresenta un omaggio alla società matriarcale di Librino dove sono le donne a farsi carico della famiglia, donne a cui, come dice Antonio Presti “va data sacralità”. Questo sarà riconosciuto (e lo è già) dai piccoli artisti di Librino come insegnamento: un altare formato da porzioni di terracotta come frammenti di un amore universale a cui guardare con rispetto e verso cui nutrire quella cura e quelle attenzioni necessarie a custodire e tutelare la loro identità.
E’ un lungo lavoro che richiederà tempo e dedizione per cui il completamento del muro lungo chilometri vedrà generazioni di studenti lavorare e riflettere sulle opere e sui loro significati letterari, artistici, storici.
Questa operazione di costruzione di cultura locale si palesa come un incredibile strumento di rafforzamento dei diritti umani, di cittadinanza, di democrazia e integrazione culturale. Non sarà un luogo “come” altri luoghi ma luogo caratterizzato da unicità. La Convenzione europea del Paesaggio e quella di Faro rappresentano il comune denominatore di un’attenzione più ampia del valore della società contemporanea e indicano il processo di rinascita per una democrazia fondata su una identità dei luoghi, dei territori e del paesaggio tanto da arginare i radicalismi più estremi.
Nel Testo di Faro, l’art.2 pone in evidenza il concetto di heritage community che nel trasferire la “gestione” del patrimonio culturale alla comunità innesca un cambiamento epocale introducendo il fondamentale principio di democrazia culturale ribaltando la precedente visione elitaria del patrimonio.
Ogni progetto di Librino è carico di significato e rappresenta un momento di grande insegnamento per tutti i giovani. La Porta delle farfalle ne è un esempio poiché incarna le difficoltà della vita che ogni bambino, nella crescita formativa, affronta almeno una volta nella vita.
Con la Comunità Faro Librino tutti i cittadini hanno la consapevolezza di una nuova realtà e di una condivisione tanto vasta da includere l’Europa tutta. In tal modo si porta all’attenzione della società civile e della comunità scientifica di una realtà di valore inestimabile. Significa altresì far parte di una rete che permette la condivisione delle esperienze per farne un confronto reciproco: una nuova stagione di opportunità e dialogo che sia utile a valorizzare l’operato del maestro Antonio Presti e della sua comunità in un processo continuo di partecipazione culturale. I numerosi eventi e le tantissime passeggiate patrimoniali sono preziosi documenti che attestano il forte impatto culturale che Presti ha creato nel territorio e il grande impegno, nonché la condivisione dei giovani che lo seguono e che trovano in lui un maestro d’arte e di vita. Proprio i giovani studenti sono i destinatari più importanti di questo grande museo d’arte contemporanea che è Librino! La vera grande, immensa opera consiste nell’aver dato loro la conoscenza di un linguaggio artistico, anzi di molti linguaggi artistici perché parliamo di fotografia, scultura, ceramica, ma anche filosofia, letteratura, poesia, tecniche digitali e tutto questo resterà nel loro bagaglio culturale e non andrà più via!
Tante, troppe sono le periferie che come Librino appaiono stranianti e dove i giovani sono a contatto con il vuoto culturale più assoluto. L’esempio di Librino dà una speranza e un indirizzo a molti altri luoghi in cui l’umanità aspetta di essere salvata. Sostenere Librino e Antonio Presti che ha permesso tutto questo, equivale a cambiare la storia di molti giovani, equivale a rafforzare tutti quei docenti che non hanno avuto timore di affrontare questa pericolosa sfida e, malgrado tutto, sono andati ad insegnare in questo quartiere. Questi docenti che si occupano di organizzare le passeggiate patrimoniali, che trascorrono del tempo fuori gli orari scolastici per assistere i piccoli a modellare e scrivere i piccoli tasselli di creta con un nome, un messaggio, una citazione.
L’Associazione Faro Convention Citizens of Europe è fiera di facilitare la formazione della Comunità Patrimoniale Faro Librino di Antonio Presti perché “Cittadini d’Europa” adesso lo siamo per merito e non solo per auspicio e se Antonio Presti ha saputo seminare bellezza certamente a coglierne i frutti non sarà solo Librino ma tutta la Sicilia e l’Italia, ed ancora l’Europa a cui avremo dato l’esempio che l’arte può salvare il mondo.
- di individuare le leggi e i provvedimenti che possano essere utili agli associati facendosi portavoce di tutte le necessità provenienti dagli stessi;
- la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse presenti sul territorio;
- il potenziamento e la promozione delle economie del territorio;
- l’organizzazione di eventi di animazione, comunicazione, promozione commerciale, sociale, culturale, artistiche e ambientale per l’aggregazione delle persone, per la tutela del territorio e per favorire la crescita umana e civile;
- monitoraggio dei servizi pubblici al fine di facilitare la vivibilità del territorio;
- l’ organizzazione, la promozione e la partecipazione a fiere, congressi, manifestazioni culturali, dibattiti, seminari per la diffusione e il raggiungimento dei propri obiettivi sociali;
- la collaborazione con qualsiasi ente pubblico o privato, associazioni, fondazioni o istituzioni che ritenga utile avere collegamento per raggiungere i suddetti scopi
- la promozione della cultura della solidarietà e della cittadinanza giovanile nei confronti delle fasce adulte e in particolare modo nella popolazione anziana
- le attività volte alla promozione e alla realizzazione di proposte sull’ambiente e l’eco-sostenibilità.
- la promozione e lo sviluppo del territorio;
- il miglioramento e la riqualificazione delle aree urbane (es. strade, viabilità, scuole, verde pubblico, decoro urbano);
- essere portavoce delle esigenze dei cittadini presso le Amministrazioni di riferimento;
- proporre iniziative sugli aspetti sociali e ludici;
- la promozione di attività culturali e artistiche;
- favorire l’aggregazione delle persone;
- far interagire giovani e anziani;
- interagire con altri comitati/associazioni al fine di perseguire obiettivi comuni.