La valle è circondata da borghi storici originati intorno all’anno mille da una comunità che viveva ed operava nella vallata, e che da sempre ha interagito edificando le Pievi nel fondovalle, condividendo norme statutarie nei primi secoli del secondo millennio, utilizzando “in comune” ampie porzioni di aree boscate.
La coesione della comunità si è manifestata in occasione di una “minaccia” ambientale che incombe sulla vallata ove sorgeva l’antica Pieve di Borgo Cervino (distrutta all’epoca dell’edificazione della attuale Parrocchia di Mombaruzzo Stazione) e non ancora completamente scongiurata; nell’area sorge anche una delle più antiche cantine sociali, fondata alla fine dell’800, la Cantina “Tre Secoli”.
In contrapposizione allo sviluppo post-industriale la Comunità promuove iniziative di valorizzazione del territorio come ad esempio quella dell’Azienda Pico Maccario che ha posto a delimitare i vigneti aziendali a corpo unico, più di cinquemila piante di rosa e mille pali matita colorati apportano gioia e colore, oppure quella delle donne di Maranzana che hanno creato l’itinerario del “Paese dei Babaci”.
La rete dei Musei di Comunità raccoglie le comunità patrimoniali della piattaforma dedicate a valorizzare le proprie collezioni assieme alla comunità che le ospita, alla luce della Convenzione ma anche della nuova definizione di museo data da ICOM, International Council of Museums.
“Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società. (…) Opera e comunica eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”
Qui parliamo della comunità patrimoniale del Palladio Museum. È il museo del Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio, allestito nel suo palazzo più bello. Racconta la storia straordinaria di un ragazzo di umili origini che da scalpellino diventa il più famoso architetto del mondo. Con una convinzione: la capacità dell’architettura di migliorare il mondo intorno a sé.
Il 5 settembre 2013 l’Unesco ha riconosciuto il “Sesia Val Grande Geopark” e nel novembre 2015, il geoparco è diventato “Unesco Global Geoparks”, il nuovo programma prioritario, al pari del Patrimonio mondiale dell’Umanità, delle Riserve della Biosfera e del Patrimonio Immateriale.
In quell’area è subito nato un Club per l’UNESCO che intende promuovere e valorizzare alcune tipiche produzioni vinicole (il Boca) e una modalità tradizionale di coltivazione nota come “la Maggiorina”: un sistema d’allevamento della vite ereditato da un lontano passato, che esiste ancora nel novarese, in particolare nella zona di Boca e Maggiora. L’impianto a maggiorina è conservato da pochi produttori come memoria storica della regione. La riunione dei soggetti pubblici e privati interessati, promossa dal Club per l’UNESCO nel novembre 2023 presso il Municipio di Boca, ha confermato l’intenzione di stipulare un protocollo d’intesa e di avviare attività culturali e promozionali congiunte sul tema.