Comunità di riferimento
Spesso si identifica l’archeologia mineraria con gli scavi, i pozzi e le gallerie, quasi senza tener conto della grande macchina organizzativa che rendeva possibili tali attività. La stessa genesi dei villaggi minerari è differente dagli altri insediamenti antropici; infatti se normalmente i fuochi, le capanne, le case, si radunano attorno alle fonti di acqua e cibo, i villaggi minerari si sono costituiti, per necessità, in “bocca di miniera”. Talvolta in luoghi belli e ospitali, più spesso in luoghi ameni che hanno richiesto imponenti infrastrutture di supporto: strade, ferrovie, porti e dighe ma anche sistemi di pompaggio delle acque, condutture e grandi cisterne.
Tramontata l’epopea mineraria della Sardegna, le amministrazioni pubbliche faticano a valorizzare il grande patrimonio di archeologia mineraria giunto fino a noi. Alcune iniziative sono fallite perché circoscritte a restauri privi di pianificazione strategica e di sostenibilità economica.
La Comunità Patrimoniale “Normann, custodi del futuro” si occupa dei villaggi minerari, beni culturali che conservano intatta la loro matrice. Si motiva la necessità di rigenerarli sia dal punto di vista urbanistico che economico e sociale.
L’Ente coordinatore è L’Associazione Villaggio Norman O.D.V., concepita nello spirito della Convenzione di Faro per far conoscere, custodire e valorizzare questi beni comuni mediante buone pratiche che, partendo dal basso, coinvolgano e attivino i cittadini, gli enti locali, il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, le pubbliche amministrazioni, le scuole e le università, le fondazioni e le associazioni di studiosi e artisti.
Gonnesa
Sardegna
09010
Italia
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Pierluigi Carta
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Patrimonio di riferimento
Sito di importanza comunitaria (SIC): il valore ambientale di questi siti non deve essere stimato semplicemente dal punto di vista minerario ma anche da quello naturalistico, urbanistico, architettonico e antropologico. La particolarità delle architetture, i luoghi ameni in cui vennero insediati, l’ingegno delle maestranze e i particolari modelli di organizzazione sociale, fanno di questi siti dei luoghi unici e originali riconosciuti meritevoli di tutela anche da parte dell’UNESCO.
Beni materiali a rischio di degrado. Nonostante la proprietà pubblica gli immobili più significativi sono in grave stato di abbandono, sebbene due di questi, la villa del Direttore e lo Spaccio Circolo impiegati, siano stati dichiarati dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna “di interesse culturale, storico e artistico particolarmente importante ai sensi dell’art.10 comma 1 del D.Lgs. 22/01/2004 n.42 e s.m.i.”
In Sardegna esistono circa 150 villaggi minerari diversi tra loro per dimensioni, storia, tipologie edilizie, stato di conservazione. Ancora oggi questi villaggi avvolti nella vegetazione, stravolti dall’erosione della pioggia e del vento, ne conservano il progetto, la stratificazione in categorie, la divisione in classi degli abitanti . Sono beni culturali che rappresentano una parte importante della storia della Sardegna. Occorre adottare scelte rapide per sottrarne almeno una parte all’abbandono e alla distruzione. Riqualificarli e rigenerarli permetterebbe di conservare questo patrimonio, recuperare volumetrie pregiate, scongiurare lo spopolamento delle zone interne e nuovo consumo di suolo soprattutto nelle aree costiere. Permetterebbe soprattutto di custodire il valore della memoria che non dev’essere intesa in senso retorico o nostalgico. L’esperienza di Normann somiglia un po' a quella della borgata Paraloup: si fonda sulla capacità di resistere dei cittadini ma questi, per quanto motivati e ostinati, possono poco senza una nuova consapevolezza da parte degli enti preposti alla tutela dei beni culturali e allo sviluppo locale. Il Villaggio Normann è situato in posizione panoramica al centro del bacino minerario dell’Iglesiente, a pochi chilometri dalle città guida e dai principali siti minerari. Sarebbe l’area ideale da dedicare allo studio e alla promozione dei temi propri del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna. I due immobili storici, la villa del direttore e lo spaccio dopolavoro, potrebbero ospitare una porta del Parco Geominerario. Un complesso in cui il Parco possa ricevere e accogliere, ospitare e formare. Una sorta di centro multifunzione dotato di uffici, aule, magazzini, sale espositive, sale riunioni e una foresteria in cui poter ospitare delegazioni, studenti e insegnanti, tecnici, artisti, archeologi ecc. L’area circostante ha tutto ciò che meglio riassume i temi del Parco Geominerario: un villaggio minerario, impianti di estrazione, la Miniera di San Giovanni con la straordinaria grotta di Santa Barbara, testimonianze archeologiche millenarie, un ambiente naturale pregiato in un Sito di Interesse Comunitario , una conformazione geologica tra le più antiche e interessanti d’Europa. Tutto attorno sentieri escursionistici che collegano diversi villaggi e pareti rocciose attrezzate per l’arrampicata. Un piano strategico potrebbe mettere in rete i comuni, le Agenzie Regionali, le associazioni dei residenti, gli artisti, le università, così da poter promuovere e ospitare eventi di vario genere in un ambiente altamente evocativo. Un laboratorio in cui il “prodotto Parco” potrebbe essere pensato, narrato, pubblicizzato e venduto in maniera coordinata. Una vera e propria scuola di formazione con specifici corsi rivolti ai soggetti che, a vario titolo, concorrono alla gestione integrata del marketing territoriale: amministrazioni pubbliche, imprese, guide ambientali escursionistiche, volontari e uffici turistici. Formare alla bellezza, alla competenza, alla progettualità e alla speranza per contrastare i conflitti, le diatribe, le spinte conservatrici che bloccano le innovazioni. Mettere all’angolo quelli che Franco Arminio, poeta e paesologo, chiama “gli scoraggiatori di professione” .
Cominciare davvero con l’accendere una luce sulla bellezza dimenticata e sperimentare buone pratiche e modelli positivi da replicare in altri villaggi minerari della Sardegna.
Comunità locali collegate
Processo
La complessità delle tematiche in gioco necessita un approccio sistemico e per questo la comunità patrimoniale è cresciuta arricchendosi dell’apporto di enti pubblici e privati, professionisti e studiosi, intellettuali e artisti. Tra i privati emerge la Fondazione di Sardegna. Tra gli enti pubblici il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna e il Comune di Gonnesa. A questi si sono poi aggiunti i partenariati con l’Università di Cagliari e con i suoi Dipartimenti, la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Cagliari, la Soprintendenza Archivistica della Sardegna, l’Agenzia Regionale Forestas, il Collegio Interprovinciale degli Agrotecnici, La Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, l’Ordine degli Ingegneri, artisti, studiosi e professionisti. Al fine di studiare e coordinare linee e azioni, è stato costituito un comitato tecnico scientifico formato dalle diverse competenze necessarie per affrontare in maniera interdisciplinare le tematiche complesse che investono i siti minerari. L’Università di Cagliari, attraverso l’istituzione di un coordinato dall’insegnamento di Archeologia Pubblica e Comunicazione dei Beni Culturali, ha dato avvio a un dialogo più serrato con l’Associazione, che include, tra le altre cose, i temi della riscoperta e valorizzazione delle emergenze archeologiche minerarie medievali. In questo modo, l’Ateneo cagliaritano si propone di formare figure esperte in grado di disegnare progetti di coinvolgimento pubblico fondati sull’archeologia mineraria, che abbiano per fine ultimo la rilettura e la promozione dei valori stratificati che legano l’identità locale agli habitat minerari. Nella prima edizione gli studenti del Laboratorio hanno progettato e attuato un intervento didattico indirizzato a tre classi delle scuole primarie di Iglesias, sperimentato professionalmente sul campo, nell’ambito della manifestazione “Primavera a Normann”, promossa dalla stessa Associazione. In quella occasione, l’educazione al patrimonio archeologico minerario locale si è integrata in un più ampio progetto didattico, attivato dall’organizzazione, che ha coinvolto altre discipline direttamente collegate con gli habitat minerari, a partire dalla geologia e da altre scienze ambientali. Nel corso di un’attività settimanale intitolata “Primavera a Normann”, le bambine e i bambini di due diverse scuole primarie di Iglesias, insieme alle loro insegnanti, hanno esplorato, tramite passeggiate patrimoniali, l’ambiente circostante al villaggio. Una serie di laboratori hanno messo in luce il fascino della geologia, la magia della botanica, l’incanto delle storie dei loro nonni, i misteri appassionanti dell’archeologia, la creatività del linguaggio artistico. Questo grazie all’apporto scientifico di geologi, agrotecnici, archeologi, artisti e insegnanti. Un vecchio e brutto muro di calcestruzzo su cui campeggiavano scritte violente e razziste è diventato oggetto di un lavoro comune che ha donato alla collettività il bellissimo murale “Erbario di Normann” su cui le bambine e i bambini hanno raffigurato, sotto la supervisione degli artisti del collettivo Giuseppefraugallery, le piante del bosco che circonda il villaggio.
La posizione periferica e poco popolata del villaggio Normann non aiuta il coinvolgimento degli enti locali e dell’opinione pubblica. Per questo motivo sono state realizzate diverse iniziative pubbliche e alcune rassegne finalizzate “alla ricerca della bellezza perduta”. Non si parla della bellezza che non c’è più ma di quella che, per distrazione o per ignoranza, non si riesce a percepire come tale. Passeggiate patrimoniali, incontri di filosofia, eventi serali di musica e poesia, presentazione di libri, proiezione di film, dibattiti sui temi dell’ambiente, della storia, dell’archeologia, dell’architettura, dell’arte, della geologia, della speleologia, che hanno portato a Normann migliaia di persone. Cittadini che stanno maturando una nuova consapevolezza e che sostengono con noi la necessità di salvaguardare e dare nuova vita ai villaggi minerari della Sardegna. Il risultato è stato sorprendente anche per noi: abbiamo dovuto affinare l’organizzazione per poter accogliere i tanti ospiti che hanno seguito con interesse le rassegne. Il dibattito si è esteso ai social attraverso il sito web villaggionormann.it e i canali Facebook e Instagram Villaggio Normann. Ma non c’è vero cambiamento senza il lavoro materiale delle singole persone. L’attività più impegnativa consiste nel lavoro di pulizia generale dei luoghi che si sviluppa costantemente da anni in una miriade di interventi di rifinitura e di smaltimento dei rifiuti stratificati nei decenni. Ripulendo spazi abbandonati sono stati scoperti oggetti e utensili insieme ad angoli storici che narrano vicende secolari di lavoro e di vita. Dalle ricerche d’archivio e dalle vecchie carte ottocentesche sono stati rilevati antichi percorsi ormai riconquistati dalla vegetazione. Sono nati così i sentieri della memoria: vecchi carreggi minerari, antiche mulattiere utilizzate quotidianamente per andare a lavorare, a fare acquisti o per raggiungere altri villaggi. In un’attività pluriennale sono stati ripristinati e collegati con le direttrici già esistenti formando itinerari suggestivi e spettacolari che attraggono escursionisti o gruppi ormai da tutta la Sardegna. I sentieri della memoria collegano oggi i villaggi minerari di Monteponi, Monte Agruxiau, Bindua, San Giovanni, Monte Scorra, Nebida, Normann, Villaggio Asproni, Monte Onixeddu fino a Gonnesa. Tutta la rete, che sfiora i 50 chilometri, è stata restaurata con il ripristino dei vecchi muri di contenimento e la ripulitura delle opere minerarie rinvenute lungo il percorso. Al termine i sentieri sono stati infrastrutturati con la segnaletica orizzontale C.A.I. e con oltre cento cartelli escursionistici. L’intera procedura tecnico-amministrativa ha permesso che i sentieri della memoria venissero ufficializzati con l’accatastamento nella Rete Escursionistica Sarda. Un grande lavoro svolto in collaborazione con i comuni di Gonnesa e Iglesias, l’Agenzia Regionale Forestas e il Club Alpino Italiano. Le mappe sono state digitalizzate e pubblicate nel sito “Sardegna Sentieri”. L’associazione Villaggio Normann ha inoltre realizzato una guida cartacea per illustrare ai visitatori le caratteristiche storiche, geografiche e naturalistiche di quello che è un vero e proprio parco tematico. Tale attività ha determinato una nuova attenzione da parte del territorio e, in pochi anni, Normann è diventato una meta di escursionisti, arrampicatori e, più in generale, amanti della natura. Particolare interesse si è sviluppato tra gli appassionati di speleologia e archeologia per la presenza di antichi scavi citati anche nel Breve di Villa di Chiesa e riferiti al Monte Barlao, discussa denominazione medievale del Monte San Giovanni. La rigenerazione dei luoghi è il risultato di apporti diversi: tra questi anche quello del collettivo di artisti Giuseppefraugallery, di cui fanno parte due volontari che risiedono nel villaggio e contribuiscono al processo di cambiamento attraverso lo strumento dell’arte contemporanea. Le azioni puntano a riqualificare piccoli spazi pubblici rafforzando nella comunità locale il senso d’identità e di appartenenza. Ma la rigenerazione urbana non può limitarsi alla riqualificazione di spazi abbandonati, ma deve necessariamente coinvolgere i residenti in un processo di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale giunto dalle generazioni passate. A tale scopo si stanno sottraendo luoghi al degrado per creare spazi dedicati al ritrovo della comunità e degli ospiti, incoraggiando il senso di appartenenza e l’accoglienza. Il vecchio giardino della casa del direttore è stato ripulito, riqualificato e trasformato nella piazza del villaggio, l’Agorà in cui si svolgono riunioni ed eventi. Allo stesso modo la Comunità ha recuperato uno spazio abbandonato e degradato trasformandolo nel bellissimo Belvedere di Normann, opera d'arte comunitaria lanciata dall'artista Francesco Careri, architetto docente di Urbanistica dell'Università Roma 3 e realizzata in autocostruzione dai volontari dell'associazione Villaggio Normann OdV.
Un luogo celebrativo del paesaggio e della storia che lo ha plasmato in cui accogliere gli ospiti e realizzare piccoli eventi. La valorizzazione del patrimonio paesaggistico, in tutte le sue variabili, è certamente un investimento per il territorio e per la qualità della vita dei suoi abitanti ed è per questo che il villaggio si candida a diventare una scuola di base dove i linguaggi culturali, le arti e la storia si incontrano favorendo i processi di sviluppo sociale, di promozione del territorio e di rigenerazione urbana.
Negli scorsi anni si è attivato un processo virtuoso di collaborazioni che ha determinato risultati apprezzabili sia sotto il fronte dello studio che quello dell'attrattività del territorio. La creazione di una narrazione ha promosso questi luoghi precedentemente sconosciuti ai più. Il gradimento è dimostrato dalla partecipazione alle decine di eventi promossi dall'associazione Villaggio Normann OdV ma anche dal riscontro ottenuto dai canali social. I sentieri della memoria sono meta continua di gite di studio, visite guidate ed eventi sportivi. Ora occorre consolidare questi risultati, catalizzare nuove risorse umane e finanziarie che possano incentivare un intervento organico delle pubbliche amministrazioni che possa salvaguardare i beni comuni, rigenerare il territorio e attrarre investimenti pubblici e privati. Tra le prossime iniziative la realizzazione di sentieri accessibili e di un nuovo percorso tematico centrato sulle fortificazioni edificate durante la seconda guerra mondiale attraverso la mano d'opera dei minatori. L'attività riguarderà non solo la realizzazione del tracciato ma anche la ricerca d'archivio e la realizzazione della segnaletica illustrativa e di una pubblicazione. Per questo motivo la Comuntà Patrimoniale si è arricchta dell'apporto dell'Università di Cagliari e di associazioni specialistiche nell'ambito storico militare e speleo archeologico.
Passeggiate patrimoniali ed eventi realizzati
"Estate a Normann": Rassegna estiva che si svolge dal 2020 e che raccoglie una ventina di incontri/anno tra eventi culturali. rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche, concerti, passeggiate patrimoniali, trekking, osservazioni astronomiche, ecc.
“Sentieri della Memoria”:
realizzati dall’associazione Villaggio Normann OdV riaprendo e mettendo in rete antiche tracce ottocentesche, Decauville, tracciati ferroviari e carreggi minerari. Si presentano al visitatore come un parco tematico reso ancor più suggestivo dai panorami e dai paesaggi del sistema litoraneo della Costa di Nebida e da quello collinare e montuoso del monte San Giovanni di cui il Villaggio Normann è il baricentro. I sentieri attraversano, per buona parte, il Sito di Interesse Comunitario (SIC) “Costa di Nebida”, caratterizzato dalle formazioni carbonatiche della serie cambrica dell’Iglesiente. Tra i rilievi principali si distinguono Pitzu Luas e Monte Scorra nella parte settentrionale, il Monte San Giovanni con la Punta Is Ollastus nella porzione centrale del quadrante. Questa parte si sviluppa intorno al Villaggio Normann e alla miniera di San Giovanni. Si tratta di una zona ricca di testimonianze di archeologia industriale, circondata da boschi cresciuti in quelle che sono le terre emerse più antiche d’Italia e del sistema europeo. Un paradiso per i geologi, ma anche per gli archeologi e per gli speleologi, grazie agli impianti minerari, alle gallerie e alle grotte naturali tra le quali spicca la bellissima Grotta di Santa Barbara, enorme geode con le pareti interamente ricoperte dalle concrezioni carsiche e dai cristalli di barite.
Passeggiate patrimoniali ed eventi da realizzare
Attività di rete
Parametri di confronto
- Collina
- rete mista
- materiale
- immateriale
- archeologico
- militare
- archeologia industrale
- paesaggistico
- agglomerato urbano
- archeologia industriale
- fortificazioni
- borghi
- percorsi culturali
- altro (specificare sotto)
*arte contemporanea, eventi culturali, concerti, proiezioni cinematografiche, rappresentazioni teatrali, presentazione di libri, dibattiti, escursioni, passeggiate patrimoniali;
*riqualificazione dei luoghi, giornate ecologiche , rigenerazione urbana;
*campi di lavoro, costruzione e gestione reti sentieristiche tematiche;
*riscoperta della memoria orale, ricerca d'archivio e documentale, realizzazione pubblicazioni cartacee e digitali.