Mission: La Rete Faro Laguna è dedicata alla valorizzazione dei patrimoni materiali e immateriali legati alla laguna di Venezia: al fine di mostrare come l’acqua unisca persone, attività, architetture e territori, ora come agli inizi di Venezia, e per tutta la sua evoluzione.
Qui descriviamo la Comunità Patrimoniale della Città Murata di Mestre.
Mestre, titolata “Città” per effetto del Regio Decreto 26 maggio 1923, e le cui origini vengono fatte risalire alla formazione del castrum romano di “Castelvecchio” (Castrum vetus), si attesta come “mansum regale” già nel 994 (dal diploma del 994 concesso dall’imperatore Ottone III a Rambaldo di Collalto), assumendo la sua attuale conformazione storica di “città murata” (ovvero del Castelnuovo) tra l’XI ed il XII secolo sotto la Signoria di Treviso.
E’ proprio con il “Castelnuovo” che a Mestre si delinea, tra la fine del Medioevo e l’inizio del Rinascimento, la nuova conformazione dell’attuale centro storico con i borghi all’interno della “città murata”.
Vari sono gli autori che hanno descritto l’originaria conformazione della città murata (fra questi ricordiamo le monografie di Barcella, 1839, Sbrogiò, 1990 e Dorigo, 1997), dove viene riportata la presenza di ben 17 elementi difensivi a torre dei quali sono fino ad oggi riscoperti.
Eccetto l’attuale Torre dell’Orologio (o meglio “Torre della Loggia o Lòza”), pochi reperti in alcuni casi mal conservati:
- i basamenti di “Torre Belfreddo” (o “Turris Teralii”), ed il vicino torresino della via omonima (all’interno del giardino pubblico);
- i resti del basamento della Torre Belfreddo” (o “Turris Teralii”), venuti alla luce durante il restauro dell’ex Istituto G. Parini” negli anni ’80;
- il bastione della “Tore Moza” in Via Spalti;
- il basamento di un torresino riscoperto nel 2003 durante i lavori di edificazione di un nuovo edificio in Via San Pio X (reinterrato dopo i rilievi archeologici), attribuibili da alcuni alla “Tore de le Zigogne”;
- i resti del basamento di un torresino siti tra l’abside della chiesa di San Girolamo ed il piazzale Parco Ponci, riscoperti nel 2007 durante i lavori di un parcheggio interrato;
- i resti di parte di muratura di cinta in area ex Cassa di Risparmio tra piazzetta E. Matter e Via Manin;
- i resti del “Pontelongo” adiacente all’originaria “Porta dei Mulini” o “Altinate”, emersi durante i lavori di scavo di un collettore fognario scolmatore e messi in sicurezza dall’Amministrazione comunale di Venezia, evidenziando in superficie la
E’ indubbio che gli elementi residui che testimoniano la presenza dell’originaria configurazione della “città murata” assumono per l’attuale città di Mestre il ruolo di “cuore” della città stessa, ed è palese che la conformazione dell’attuale assetto urbanistico ruota proprio su questo elemento storico d’insieme, cardine principale.
Da ciò sono derivati, infatti, l’intervento della Regione del Veneto che, attraverso i suoi strumenti urbanistici (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento), ha classificato l’insieme della città murata come “centro storico” e della Soprintendenza che ha notificato il vincolo a molti degli edifici ivi ricompresi.