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Spesso si identifica l’archeologia mineraria con gli scavi, i pozzi e le gallerie, quasi senza tener conto della grande macchina organizzativa che rendeva possibili tali attività. La stessa genesi dei villaggi minerari è differente dagli altri insediamenti antropici; infatti se normalmente i fuochi, le capanne, le case, si radunano attorno alle fonti di acqua e cibo, i villaggi minerari si sono costituiti, per necessità, in “bocca di miniera”. Talvolta in luoghi belli e ospitali, più spesso in luoghi ameni che hanno richiesto imponenti infrastrutture di supporto: strade, ferrovie, porti e dighe ma anche sistemi di pompaggio delle acque, condutture e grandi cisterne.
Tramontata l’epopea mineraria della Sardegna, le amministrazioni pubbliche faticano a valorizzare il grande patrimonio di archeologia mineraria giunto fino a noi. Alcune iniziative sono fallite perché circoscritte a restauri privi di pianificazione strategica e di sostenibilità economica.
La Comunità Patrimoniale “Normann, custodi del futuro” si occupa dei villaggi minerari, beni culturali che conservano intatta la loro matrice. Si motiva la necessità di rigenerarli sia dal punto di vista urbanistico che economico e sociale.
L’Ente coordinatore è L’Associazione Villaggio Norman O.D.V., concepita nello spirito della Convenzione di Faro per far conoscere, custodire e valorizzare questi beni comuni mediante buone pratiche che, partendo dal basso, coinvolgano e attivino i cittadini, gli enti locali, il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, le pubbliche amministrazioni, le scuole e le università, le fondazioni e le associazioni di studiosi e artisti.