Una ricerca partecipata

La rilevazione realizzata nel 2022-23 dalla Fondazione Scuola Beni e Attività culturali nel marzo 2022 e conclusa nel maggio 2023 con la presentazione del rapporto finale, ha censito e “raccontato” molte esperienze di gestione partecipata del patrimonio culturale da parte di enti, associazioni e comunità patrimoniali. –

Con la ricerca “La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale | Politiche, pratiche ed esperienze”, la Fondazione ha studiato i casi e le esperienze di partecipazione alla gestione del patrimonio culturale in Italia, con l’obiettivo di ascoltare le storie e i motivi di successo (o insuccesso) delle diverse iniziative, comprendere la tipologia di competenze messe in campo dagli attori coinvolti e proporre conseguenti iniziative di formazione. Si è trattato di una ricerca con intesa a valorizzare il ruolo dei soggetti che quotidianamente animano le esperienze di gestione partecipata del patrimonio culturale italiano, di quanti ogni giorno operano secondo i valori della Convenzione di Faro per promuovere l’eredità culturale, coinvolgere la comunità e accrescere la conoscenza e la consapevolezza del valore del patrimonio culturale.
La prima tappa del di studio e ricerca è stato: l’ascolto: amplificare la voce di chi cura e gestisce in prima persona beni del patrimonio culturale in Italia con uno strumento agile e intuitivo, ma allo stesso potente: la Mappa delle comunità. Si trattava di una mappa dinamica e interattiva che ha censito, raccolto e visualizzato in uno stesso ambiente circa 250 casi di partecipazione alla gestione del patrimonio culturale nel territorio nazionale, rendendo immediatamente visibile la capillarità di questo tipo di attività nel nostro Paese.
Di queste poco meno di 120 hanno sviluppato un percorso di approfondimento che ha consentito un secondo livello di raccolta dati, diventando così i casi studio e il campione dell’analisi.
A tal fine sono stati coinvolti i rappresentanti di comunità formali e informali (associazioni, gruppi, istituzioni) che hanno in gestione beni architettonici (edifici storici, chiese, ecc.), archeologici (scavi, aree archeologiche, monumenti, ecc.) e di carattere naturalistico (parchi, giardini, ecc.) e che desideravano raccontare la propria esperienza.
Questo nell’intento di identificare fattori abilitanti, opportunità, ostacoli e competenze necessarie al successo di tali processi – e di immaginare, in ultima istanza, percorsi formativi della Fondazione in grado di sostenere e animare le professionalità interessate.

Grazie al positivo rapporto instaurato sin dall’inizio della ricerca tra i coordinatori della FIP e il gruppo di lavoro della Fondazione coordinato da Alessandra Ferrighi, si è realizzato un utile scambio di esperienze e informazioni: infatti la scheda di rilevazione della ricerca verificava anche il livello di conoscenza e partecipazione alla Faro Italia Platform e quando alcuni dei soggetti contattati per partecipare alla ricerca hanno richiesto informazioni supplementari sulle modalità di costituzione e organizzazione dell’attività di una nuova CP ai sensi della Convenzione di Faro sono stati messi in contatto con i coordinatori della FIP; una quota significativa delle CP già aderenti alla FIP hanno partecipato alla ricerca della Fondazione, che si è conclusa con il censimento di un numero di CP (che ovviamente erano solo una parte dei soggetti partecipanti) analogo a quello presente nella Faro Italia Platform.