La rete Faro Memorie della Guerra e della Resistenza, una realtà interregionale –
In Piemonte come in gran parte del nord Italia esiste da tempo una rete informale di associazioni, comitati, fondazioni, centri di documentazione, biblioteche, archivi ed ecomusei che valorizzano i siti storici, le testimonianze e il materiale d’archivio relativi al secondo conflitto mondiale ed alla Resistenza del periodo 1943-54 di cui si celebra l’80° anniversario; presso sacrari, monumenti, parchi della Pace e siti storici le rispettive comunità si ritrovano da da decenni, qualche volta dall’immediato dopoguerra, per commemorare eventi e caduti di battaglie ed eccidi, preservandone e tramandandone la Memoria e i valori.
In seguito al riconoscimento sancito dall’art. 24 comma 4 della Legge Regionale del Piemonte n. 11/2018, la finalità della rete è dunque far conoscere ai cittadini i materiali dedicati a questi temi, anche con modalità e tecnologie digitali innovative, per favorire la ricerca storica e la divulgazione, in stretta collaborazione con istituzioni, comunità e associazioni locali che avevano già partecipato dal 2003 al grande progetto europeo Interreg chiamato “La Memoria delle Alpi”.
Per formalizzarne l’attività è stato poi firmato un protocollo d’intesa tra il Consiglio Regionale, la Giunta regionale, la Fondazione Polo del ‘900 e altri quattro Luoghi della Memoria già legati alla Regione da leggi istitutive, convenzioni o protocolli pluriennali: la comunità capofila è quella della Benedicta (AL), riconosciuta dalla Legge regionale n. 1/2006 e poi gli altri fondatori sono Fondotoce (VB), Colle del Lys (TO) e Paraloup (CN), ma il protocollo è stato subito aperto all’adesione di molte altre istituzioni culturali; le relative attività comuni sono coordinato da una Cabina di regia operante presso il Polo del 900, fondazione che a sua volta valorizza i luoghi della Memoria della città di Torino.
Questa prima struttura di vero e proprio sistema integrato è stata ulteriormente rafforzata ed estesa grazie a un altro progetto europeo Interreg “Pace”, cui hanno collaborato anche le Regioni Liguria e Valle d’Aosta: entrambi i progetti prevedevano tra le altre cose la sensibilizzazione e il coinvolgimento delle comunità locali anche attraverso il recupero di sentieri storici e la realizzazione di passeggiate patrimoniali con i Testimoni degli eventi (dei quali sono state realizzate videointerviste). In questo modo le comunità aderenti, che si sono coordinate e si promuovono grazie alla Faro Italia Platform. sono diventate già una ventina, cui si sono aggiunte di recente anche due realtà di Veneto e Friuli.
E’ previsto in futuro un ulteriore ampliamento, grazie anche alla collaborazione con l’associazione nazionale “Paesaggi della memoria”, della quale la Benedicta ha assunto la presidenza nel periodo 2022/24 e con l’itinerario culturale europeo “Liberation Route Europe”.
La Rete è entrata subito a far parte, su invito dell’allora Direttrice del COE di Venezia all’Assessore Regionale alla Cultura Vittoria Poggio e al Presidente della Benedicta Daniele Borioli, della “Rete Faro Italia” in rappresentanza dell’area nord-ovest dell’Italia ma anche come prima rete integrata formale, riconosciuta come buona pratica. Come noto la “Rete Faro Italia”, nata nella penisola su ispirazione del “Faro Convention Network” europea che fa capo alla sede di Strasburgo, è una piattaforma composta da un numero ristretto e selezionato di comunità patrimoniali, istituzioni e associazioni italiane che collaborano insieme in linea con i principi e i criteri della Convenzione di Faro. La Rete lavora per identificare attività e buone pratiche comuni, conduce workshop e sostiene gli sforzi dei membri nell’affrontare le sfide legate al settore del patrimonio culturale.
Il coordinatore della rete, in quanto presidente del comitato tecnico-scientifico del centro di documentazione della Benedicta è Massimo Carcione, dottore di ricerca e funzionario della Regione Piemonte.