Le Giornate europee del Patrimonio 2024, per l’Italia hanno come tema “Patrimonio in Cammino” e sono coordinate dal Ministero della Cultura.
L’Associazione Faro Convention Citizens of Europe è accreditata e seguita nei suoi eventi dal Consiglio d’Europa attraverso Faro Italia, l’ufficio di Venezia che coordina le associazioni e gli enti preposti. Il tema generale che il Consiglio d’Europa ha indicato e condiviso coi paesi aderenti alla manifestazione per la celebrazione delle Giornate Europee del Patrimonio è “Percorsi, Reti e Connessioni“, attraversando in pieno la tematica del mare, oltre che di un Patrimonio che, nel comune sentire, è sempre in continua trasformazione.
L’Associazione Faro Convention anche quest’anno si adopera per organizzare l’evento che aderisce alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa. La tutela e lo sviluppo dell’eredità culturale europea devono essere l’ordito di quella trama da tessere per contribuire al potenziamento delle culture nell’armonia delle sue secolari diversità linguistiche e religiose.
L’evento che Faro Convention e la Fondazione Sebastiano Tusa hanno sviluppato è incentrato su una Comunità Patrimoniale la cui storia e cultura ruota intorno alla figura, al lavoro e alla ricerca dell’archeologo e Soprintendente Sebastiano Tusa, studioso e appassionato, il quale sosteneva che la conoscenza del passato fosse la base da cui partire per rinnovare profondamente la società.
Un approccio interdisciplinare con cui egli trattava olisticamente i suoi studi, come insegna il filosofo Edgar Morin, e che gli permise di aprirsi a differenti discipline tra cui la paletnologia, la bioarcheologia, l’archeometria e tanto altro. Un approccio, dunque, che una volta avviato ha innescato una serie di innovazioni e intuizioni fino alla importante istituzione nel 2004 della Soprintendenza del Mare.
La Covenzione di Faro o Convenzione quadro per il valore del Patrimonio Culturale per la società trova la sua ispirazione nella Dichiarazione dei Diritti Universali dell’Uomo promulgati nel 1948.
Il primo e più importante contenuto innovativo della Convenzione di Faro, infatti è il superamento e il passaggio da un diritto del patrimonio culturale ad un diritto al patrimonio culturale, ovvero è il passaggio da un interesse esclusivo degli “addetti ai lavori” ad un coinvolgimento volto invece, alla società per sensibilizzare e responsabilizzare tutti i cittadini a considerare l’appartenenza di quel Bene e dunque a proteggerlo. L’affermazione dei diritti, della diversità culturale, del dialogo che prende corpo ne delinea le priorità, per una crescita culturale più ampia. Questo cambio di direzione induce il cittadino a prendersi cura del Bene Comune poichè è parte della sua stessa storia.
La conoscenza dell’Eredità Culturale, ha affermato Liliana Segre in occasione del Convegno “Quale futuro senza la storia?”, integra il concetto di “Bene Comune”, fondamentale tessuto della nostra identità europea, di uomini e donne del nostro tempo.
Il concetto fondamentale di “comunità patrimoniale” è stato introdotto dalla Convenzione di Faro all’articolo 2.b) come un “insieme di persone che attribuiscono valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale che esse desiderano sostenere e trasmettere alle generazioni future, nel quadro di un’azione pubblica“.
Si tratta di gruppi flessibili, trasversali e aperti, più o meno spontanei, non necessariamente accomunati dai classici parametri quali la cittadinanza, l’etnia, la professione, la classe sociale, la religione, ma piuttosto uniti dagli stessi interessi e obiettivi. Possono avere un’estensione territoriale più o meno ampia (locale, regionale, nazionale, sovranazionale); essere temporanei o permanenti; essere formati da individui che appartengono allo stesso tempo a più gruppi; e così via, senza alcuno schema predefinito. Una strategia che può risultare di grande sostegno per la formazione di ragazzi in età scolare che possono avvicinarsi al patrimonio, interessarsi, prenderne consapevolezza o addirittura appassionarsi. Siamo dunque chiamati noi delle Associazioni a mettere in campo le nostre risorse e adoperarci per contrastare il grave fenomeno della rinuncia scolastica.
La Sicilia è la Regione con una dispersione scolastica dell’1,3 %, la più alta d’Italia. In Europa sono chiamati Early leavers (Abbandoni precoci): ragazzi tra i 18 e i 24 anni con nessun titolo di studio o al massimo la licenza della scuola media, rappresentano la somma di tutte le evasioni ignorate: e oggi sono al 16,6% nel Sud Italia. Da una ricerca Svimez emerge che l’investimento per alunno del Pnrr sull’istruzione è stato di 903 euro nella provincia di Milano, dove il tempo pieno è assicurato al 75% dei bambini della pimaria, mentre è di 725 euro a Palermo, col tempo pieno solo al 10%.
E con l’Autonomia? “C’è il rischio grave: adattare l’intensità dell’azione pubblica alla ricchezza dei territori. Quindi più investimenti e stipendi li dove se li possono permettere; pregiudicando la funzione principe della scuola, fare uguaglianza”. Gli enti di Terzo settore siamo molto impegnati nell’incrementare la formazione scolastica, proponendo un’istruzione di qualità e un’opportunità di apprendimento.
La Comunità Patrimoniale Faro Musei Sommersi, Architetture Costiere e parchi archeologici, è fortemente sostenuta dalla sua Fondazione la cui Presidente d.ssa Valeria LiVigni Tusa, ne rivitalizza il grande impegno per la trasmissione alle giovani generazioni. Il grande lavoro di mappatura svolto pazientemente da Sebastiano Tusa, si sosteneva anche con le informazioni raccolte sul campo, con le indagini e il dialogo con i pescatori, gli anziani del luogo e gli operatori subacquei, testimoni di tradizioni e di un sapere tramandato di generazione in generazione come ad anticipare un suggerimento della Convenzione di Faro che raccomanda un’azione di bottom up ovvero dal basso per un coinvolgimento del territorio che serve a sensibilizzare la comunità e incidere profondamente sui giovani in età scolare, sviluppando quel senso di tutela e attenzione al patrimonio che è sinonimo di conoscenza e di tutela al contempo.
E’ una comunità numerosa questa che presentiamo all’Europa, in quanto coinvolge pescatori, archeologi, studenti di tutte le scuole e specializzazioni, ma anche tutte le storiche strutture costiere come i fari e le torri di avvistamento, veri e propri baluardi di vicende che hanno testimoniato sanguinose battaglie ed eroiche vittorie a difesa del territorio e degli uomini della costa, strutture spesso non restaurate che vanno rifunzianalizzate per salvaguardarle dall’incuria e dall’abbandono ed anche perchè la loro posizione potrebbe far nascere nuove indagini lungo il tratto di costa ove insistono.
Il mare rappresenta una summa di inestimabili valori che vanno tutelati per essere trasmessi alle nuove generazioni al fine di salvaguardare una storia millenaria che è parte della nostra storia e dell’Europa.
La Comunità Patrimoniale Faro Musei Sommersi, Architetture Costiere e Parchi Archeologici racchiude in sé coinvolgendole, tutte le comunità territoriali sulla traccia delle importanti scoperte archeologiche di Sebastiano Tusa. L’ampio corpus di studi, ricerche, ritrovamenti è una immensa mole di prezioso lavoro che l’Archeologo e Soprintendente portava avanti senza sosta e con grande passione. Le numerose iniziative che portano la sua firma e che aveva avviato sono parte di un pensiero critico che sapeva valutare criticità e potenzialità, lottando per fermare alcune prassi devastanti o agevolando e sostenendo idee che aumentavano la tutela dei relitti e di tutti i ritrovamenti scoperti.
Gli studi e le importanti intuizioni che il prof. Tusa aveva più volte citato e trascritto sono un punto fermo per tutta la comunità della nostra regione ed inoltre, tengo a sottolineare che questa è la prima Comunità Patrimoniale di questo genere e sarà di esempio alle altre comunità patrimoniali che sorgeranno di seguito anche in altre parti d’Italia e d’Europa.
“Il Bene Nostro: Un Patrimonio i cammino” è un titolo che prende spunto da un testo di Giuliano Volpe (Il bene nostro. Un impegno per il patrimonio culturale), in cui l’autore concretizza una potente metafora e un inno alla memoria “al bisogno di ricordare”. E la memoria per l’uomo è il luogo di un sentire diverso: quello che custodisce le esperienze umane di qualità.
La Convenzione di Faro o “Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società” attribuisce alle Comunità Patrimoniali il compito di dare valore al patrimonio culturale attraverso azioni di divulgazione dal basso, ovvero azioni di conoscenza e consapevolezza della società civile, dei cittadini e delle giovani generazioni (studenti e lavoratori) poiché la vera tutela deve poter contrastare ruberie, depredazioni e cattivi comportamenti che distruggono l’integrità di preziosi reperti e dei fragili relitti.
Nel Museo Sommerso non ci sono muri, le aree sono delimitate dalle boe che racchiudono lo spazio e in cui la flora e la fauna marina si combinano con i relitti facendo vivere ai visitatori un’esperienza unica e indimenticabile. E’ questo: Patrimonio in Cammino! Un Patrimonio che subisce uno sviluppo adeguandosi alle evoluzioni della società e della tecnologia.
E’ la nuova frontiera del turismo, quella che viviamo, che scende negli abissi e che potrà visitare i parchi archeologici in cui la storia si mescola con le più avanzate forme di intelligenza artificiale con il proposito di sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche altri paesi sui temi della salvaguardia del mare e del patrimonio come anche dell’ecosistema.
Il bene comune essendo a “titolarità diffusa” è strumento di cittadinanza, per tale motivo la preservazione della memoria del passato costituisce uno dei valori fondanti di ogni Stato democratico. Per questo fine, la Convenzione si basa sul concetto che la conoscenza e l’uso del patrimonio rientrano tra i diritti dell’individuo sanciti nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (Parigi 1948).
I concetti di memoria e democrazia sono associati perchè si parla di open government in quanto vede nella partecipazione dei cittadini e delle comunità la chiave per accrescere in Europa la consapevolezza del valore del patrimonio culturale e il suo contributo alla qualità della vita. Il testo elabora il concetto di “patrimonio comune dell’Europa” (art .3) che introduce la nozione di “Comunità Patrimoniale”.
La Convenzione di Faro dà la direzione ma lascia alle parti la scelta del percorso più adeguato per raggiungere gli obiettivi condivisi che possiamo sintetizzare in tre punti essenziali:
- l’esistenza di diritti relativi al patrimonio culturale riconosciuti a livello internazionale,
- il diritto stesso al patrimonio crea nel cittadino un forte senso di responsabilità,
- lo scopo della conservazione del patrimonio culturale è lo sviluppo di una società più democratica e il miglioramento della sua qualità di vita.
Alla luce di queste considerazioni occorre sottolineare la più importante, ovvero la responsabilità verso le generazioni future, quelle che dopo di noi coglieranno il testimone di tutela e conservazione dei Beni Comuni per vivere una società più giusta che protegga il suo passato nella costruzione di un futuro migliore.
Come ebbe a dire Nelson Mandela: “L’istruzione è l’arma più potente che abbiamo per ambiare il mondo”. Infatti una corretta educazione al patrimonio è fonte utile sia allo sviluppo umano e alla promozione del dialogo interculturale, sia allo sviluppo economico. L’educazione al patrimonio deve essere definita come una global education, attraverso la sinergia tra territorio e sistema formativo, tra sistema formale e apprendimento non formale.
Potenziamo dunque il Bene Comune per garantire la trasmissione delle conoscenze alle generazioni future. E’ un impegno importante che ci dobbiamo assumere perchè la nostra isola sia tutelata e valorizzata. Concludiamo allora con le parole di Sebastiano Tusa:
“Tradizione e innovazione si equilibravano perfettamente e altrettanto ottimamente si adattavano alla mia indole di siciliano fortemente legato alle proprie origini ma cosciente della necessità di un profondo cambiamento a tutto campo”.
arch. Rosa Anna Argento
presidente Faro Convention Citizens of Europe